I trampoli di Cecilia

Tradotto da Monica Manicardi

Cecilia non avrebbe mai immaginato che, dal  lavoro nel settore tessile nella sua nativa Puerto Lempira, Gracias a Dios, Honduras, avrebbe iniziato a dipingere case negli Stati Uniti. Non è approdata nei fast food, nemmeno nei lavori di manutenzione, l’aspettava il settore dell’edilizia e del giardinaggio.

Sebbene nel suo paese d’origine le donne che hanno la famiglia sulle spalle siano abituate a svolgere compiti che per genere corrisponderebbero agli uomini, ciò che era nuovo per lei era arrampicarsi sui trampoli per dipingere il cielo delle case. Quando emigrò le dissero quale lavoro era in abbondanza  negli Stati Uniti, tutto dipendeva dallo stato in cui stava andando, se uno che produce frutta e verdura o uno industriale.

Cecilia emigrò seguendo l’amore di Paco, il suo fidanzato di una vita che sposò un mese prima che lui emigrasse, non ebbe il tempo di rimanere incinta, anche se avesse voluto. Passarono tre anni e Paco non la mandò a prendere come le aveva  promesso, ogni volta che la chiamava le diceva che c’era poco lavoro  e  non era riuscito a risparmiare per il viaggio, così lei lo organizzò con i cugini che aveva a Las Vegas ed emigrò il giorno del suo diciannovesimo compleanno.

Quando arrivò, apprese che il suo amato Paco viveva con un’altra donna, lo cacciò dalla sua vita e promise a se stessa che non appena fosse riuscita a risparmiare  richiedeva i documenti del divorzio. Il suo primo lavoro è stato tagliare l’erba con una piccola macchina da potatura, l’industria l’aveva impressionata, ma dopo due anni la gestiva bene. Cinque anni ha lavorato nel giardinaggio, niente di diverso dal suo lavoro sul campo.

Un giorno ricevette l’offerta di lavorare posando tetti sulle case e si avventurò, avrebbe guadagnato cinque dollari in più all’ora. Un lavoro stanco e molto stressante per le sue  ginocchia perché era inginocchiata tutto il giorno, ma imparò il mestiere molto rapidamente. Rimase lì per due anni, a ventisei anni un corteggiatore gli offrì un lavoro dipingendo case e decise di provare, iniziò dal principio, imparando il nome degli strumenti, scuotendo la polvere dalle pareti e come mescolare la vernice.

Sono dieci anni che Cecilia dipinge case, si è specializzata nella finitura, commettendo errori, nessuno le ha insegnato, ma dal primo giorno ha prestato attenzione a tutto ciò che facevano i suoi colleghi. È così che durante il giorno Cecilia si arrampica sui grandi trampoli per dipingere i cieli delle case e realizzare le decorazioni che i proprietari chiedono, in questo lavoro ha lasciato andare la sua immaginazione e dalle sue mani sono spuntati rami di alberi e colori di cieli come quelli nelle pampas, fiumi di acque cristalline e fiori multicolori.

Di notte quando arriva nell’appartamento dove vive con i suoi cugini, Cecilia prende le tele e inizia a dipingere, l’artista che la miseria nel suo paese non le ha permesso di sviluppare finalmente nel Nord è possibile. Lei dipinge in modo che la sua anima si esprima, poi tira fuori le tele dalle cornici, le arrotola e le conserva sotto il letto, per dar posto finalmente al riposo e al sogno di tele, colori e pennelli.

Questo testo può essere condiviso in qualsiasi blog o social network citanto la fonte di informazione  URL:  https://cronicasdeunainquilina.com

Ilka Oliva-Corado @ilkaolivacorado

Deja un comentario

Este sitio usa Akismet para reducir el spam. Aprende cómo se procesan los datos de tus comentarios.