Il lavoro di Silvestre

Tradotto da Monica Manicardi

Accende la macchina per tagliare l’erba, Silvestre si sente come se fosse su un trattore perché è un tosaerba industriale, nella sua vita era già stato in una macchina così, ma negli Stati Uniti ha dovuto fare lavori che non avevano nulla a che fare con il suo lavoro di maestro fornaio nella sua nativa Nayarit. Lavora come giardiniere, è responsabile di una macchina industriale per i suoi 20 anni di esperienza, a soffiare l’erba tagliata ci mettono i nuovi con macchine che si caricano sulle spalle e nel tagliare l’erba usano macchine manuali, finiscono tutti per puzzare di benzina alla fine della giornata, perché queste macchine alcune hanno bisogno di benzina e altre di diesel.

Silvestre si mette gli occhiali per coprirsi gli occhi da qualsiasi oggetto che possa volare nell’aria, molte volte sono schegge di rami che si nascondono nell’erba e la macchina li distrugge. Dove abita lui quando abbattono gli alberi li macinano per farne una specie di segatura che gettano ai piedi delle piante e per curiosità di Silvestre la dipingono addirittura a colori. Nella sua città natale, i residenti chiedono scusa all’albero che stanno per abbattere e gli dicono che è perché ne hanno bisogno per farne legna da ardere, ma ne piantano sempre un altro piccolo in modo che la foresta non finisca.

Silvestre lavora per lunghe ore che in estate sono infinite e termina con un’insolazione, la schiena spezzata e la pelle bruciata dal sole per quanto indossi maglie con maniche lunghe e crema solare che si mette. In primavera e in autunno deve affrontare il freddo, la pioggia gelata che cade come grandine e la neve che compare all’improvviso. Lavora dal lunedì alla domenica prima che sorga il sole e finisca quando è già tramontato, ma ogni notte immancabilmente chiama sua moglie e i suoi figli che sono a Nayarit, pensa di tornare il giorno in cui avrà finito di costruire la sua casa e risparmiato per avviare un’impresa.

Si mette i guanti, è una giornata di pioggia finissima, si mette un maglione doppio e una giacca a vento. Comincia a tagliare l’erba, dalla sua accogliente Nayarit riceve l’aroma degli alberi di nances e dei manghi maturi che cadono uno dopo l’altro per terra, è il Primo Maggio, la Giornata Internazionale dei Lavoratori.

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Ilka Oliva-Corado @ilkaolivacorado

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