Un giorno di sole

Tradotto da Monica Manicardi

Begoña si avvolge in una coperta che afferra dalla poltrona del soggiorno e scende i gradini dell’edificio, abita al terzo livello. Avvia la macchina e torna al suo appartamento, versa quattro cucchiai di caffè nella caffettiera e due tazze d’acqua, mentre il caffè si prepara va a farsi una doccia con acqua fredda per svegliarsi del tutto, l’orologio segna le tre e un quarto del mattino. È sabato, l’inizio della primavera, al ristorante l’aspettano alle quattro in punto.


Raccoglie i capelli ancora bagnati facendosi la coda, si mette di corsa l’uniforme, versa il caffè in un bicchiere, prende la borsa e apre con cura la porta dell’appartamento per non svegliare i vicini, allo stesso modo chiude a chiave e scende i gradini dell’edificio, l’aria fredda del mattino si insinua nell’artrite che ha nelle mani, sale in macchina e se ne va. Durante il tragitto arrotola un asciugamano che lo mette in un buco dove entra il vento freddo che colpisce i suoi piedi.

Entra nell’edificio dove lavora, scende nel seminterrato dove trascorre le successive 16 ore con altri indocumentati a tagliare verdure e confezionare pasti, fino alle 8 di sera. Ha perso il primo giorno di sole di primavera e si perderà quello dell’estate, dell’autunno come gli ha persi negli ultimi 14 anni della sua vita da quando è arrivata negli Stati Uniti.


14 anni nei quali i suoi tre figli l’aspettano nella sua nativa Santa Ana de Yusguare, Choluteca, Honduras.

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Ilka Oliva-Corado @ilkaolivacorado

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