Come roditori dei bassifondi

Tradotto da Monica Manicardi

Non importa il giorno dell’anno e se piove in abbondanza, loro sono sempre lì dall’alba fino alla notte. Lavorando duro. Il loro corpo come strumento di lavoro e modo per sopravvivere. Non importa se pensano o provano qualcosa, se si chiederanno l’ora (perché per lo sfruttato non c’è orologio che si fermi) o se gli fa male un dente o hanno delle vesciche.  Se gli è appena morto un famigliare o gli è nato un figlio. Loro sempre stanno lì. Lavorando duro.

Non sono visti come persone, al contrario; molte volte intralciano i corridoi dei mercati popolari e non manca mai chi gli urla o faccia un gesto offensivo quando sentono l’odore dei loro corpi sudati per il lavoro. E chi per  stereotipi li vede come ladri. Rare volte hanno le scarpe e se le hanno sono rotte e, durante l’inverno i loro piedi stanchi sono colpiti dalla tigna, un infezione della pelle. 

Come sono rotte anche le loro camicie trasandate, perché sarà sicuramente l’unica che hanno per lavorare. Ma, che importa, sono cose senza importanza  di persone senza importanza.

Uno, due, tre, quattro quintali sulla schiena e corrono tra i corridori pieni nei mercati popolari, e dietro c’è il padrone della mercanzia che manca solo che abbia una frusta  per picchiargli sulle gambe affinché vada avanti più veloce: come animale da soma.

Sono diventati indispensabili sostenendo sulle loro spalle il classismo e lo sfruttamento delle società che vedono il paria come un roditore dei bassifondi. Uomini giovani dal corpo sfinito dalla stanchezza fisica. Uomini  invecchiati che camminano correndo per il semplice movimento  automatico della routine. Sono finiti, i loro sogni rotti e, i loro denti senza ombra di dubbio si sono  sparsi nei corridoi dei mercati dove chiunque  a cambio di una moneta (o un calcio nel culo) gli ha sfruttati. La loro vita  è stata fra quintali e ceste  sulla schiena. Cosa fanno per loro?

Senza ombra di dubbio avranno avuto illusioni, o  forse  le hanno? Andare a scuola, laurearsi all’università?, avere un’attività?, scrivere un libro?, essere dottori, maestri? O semplicemente avere un tetto dove riposare, un paio di scarpe, coltivare la terra, prendere una tazza di caffè caldo e dormire sopra un materasso. Cosa sognano i paria dei bassifondi?

Molte volte camminano correndo, con la camicia bagnata di liquidi che escono dagli imballaggi che caricano: molte volte è sangue di manzo, pomodori decomposti, frutta matura, fiori putrefatti, esalazioni che si mischiano con il sudore e con l’ira e che finiscono in lacrime che nessuno vuole vedere, perché il dolore della patria è invisibile per le società che sfruttano  coloro che hanno meno.

Come sono le notti dei caricatori di imballaggi? 

Le poche ore che dormono, come saranno? Affittano una stanza in qualsiasi pensione a buon mercato? Dormono nei corridori di questi mercati popolari alle intemperie? Puzzano  di colla o di solvente? Si ubriacano con bottiglie di alcol? Dipingeranno opere d’arte? Come sono le notti dei caricatori di imballaggi? Scriveranno poesie in fogli sciolti? Dove si lavano? Avranno un bagaglio?

La maggioranza dei caricatori di imballaggi  arrivano in città dai loro popoli, in generale non hanno famiglia lì, avranno bagagli, cosa avranno  nel loro zaino? Arrivano pensando che la capitale è un luogo dove incontreranno l’opportunità di sviluppo, la capitale è questo luogo lontano dove gli hanno detto che i sogni diventano realtà.  La maggioranza dei caricatori di imballaggi sono indigeni  che parlano solo le loro lingue madri e che  sono stati costretti a migrare. Questo aiuta a chi li sfrutta ancora di più.

Arrivano da bambini e marciscono da adulti mentre camminano e corrono, con gli imballaggi pesanti sulle loro schiene stanche, nei corridori dei mercati popolari in una metropoli che è solo capace di offrigli: disprezzo, sfruttamento e discriminazione. E così come sono arrivati lavorando duro muoiono,invisibili come roditori dei bassifondi.

Questo testo può essere condiviso in qualsiasi blog o social network citanto la fonte di informazione  URL:  https://cronicasdeunainquilina.com

Ilka Oliva Corado @ilkaolivacorado

Deja un comentario

Este sitio usa Akismet para reducir el spam. Aprende cómo se procesan los datos de tus comentarios.