Tradotto da Monica Manicardi
In inverno, il cielo si copre del suo coloro grigiastro e scendono le nubi dense a girovagare per le strade della grande città; una nebbia gelida che permette ai passanti dannati di lamentarsi di questo periodo che la chiamano brutto tempo.
Diminuisce il morale, aumentano i raffreddori e la depressione si trasforma come sofferenza della stagione. Spesso si vede gente maledire il vento freddo, la neve accumulata, i giorni grigi e i fiocchi fitti quando comincia a nevicare. Nella loro rabbia sono incapaci di apprezzare la magia che le regala la natura: uno spettacolo impressionante che dovrebbe fare impazzire di fascino ogni persona che osserva.
Ma la bellezza della neve, dei suoi tappeti di cotone nelle strade, le tele bianche nei campi aperti e il suo cappotto di protezione per gli alberi nudi nei parchi e nelle carreggiate, non riesce a sorprendere la massa irritabile perché è scomparso il sole e il caldo. Con questi anche le feste all’aria aperta, gli indumenti leggeri e le vampate di calore perenne dello stato di eccitazione che ha il sesso in estate.
Perché questo è, del sesso si beneficia in estate: quando le pelli sudano con l’umidità dell’afa, quando gli sguardi dicono ciò che non possono pronunciare le labbra, quando gli amanti ballano eccitati che li portano ad accoppiarsi, quando con qualsiasi carezza i corpi si incendiano di passione ed evocano all’esplosione del desiderio, affinché brucino due, tre o quelli che sono, nel fuoco della passione.
Una passione che in inverno lentamente si trasforma in tranquillità: più dell’anima, più dello spirito, più subliminale. Il suo fascino è diverso: più genuino, più generoso, è istintivo e solo pochi hanno il privilegio di goderne. E’ impercettibile per coloro che sono incapaci di contemplare nella neve la grandezza dell’essenza della natura, che di conseguenza è l’essenza dell’essere umano perché tutti facciamo parte di tutto, siamo collegati reciprocamente.
L’epoca del freddo ha i suoi propri alloggi, che si adattano con la trasparenza dell’anima. E’ l’epoca della quiete, per interiorizzarsi e ammirare in altri paesaggi con diverse sfumature, i privilegiati che siamo per poter godere di una stagione che ci dice costantemente che tutto cambia nella vita e che con i cambiamenti impariamo: ci lasciamo andare, scriviamo, cancelliamo e torniamo a scrivere la nostra storia personale e collettiva.
Creiamo, ci illudiamo, ci contrariamo, torniamo a fidarci e ad amare in mille modi con mille uomini e costruiamo, palmo a palmo come essere umani incompiuti, perché la nostra natura è come ogni stagione: di trasformazioni continue. Questi mutamenti o cambi sono quelli che ci danno la nostra essenza e la forza e ci permettono di proseguire come nelle stagioni del tempo: dopo l’inverno arriva la primavera con i suoi ciliegi in fiore per lasciare il posto all’afa dell’estate e dopo al colorato autunno per tornare alla serenità dell’inverno.
In noi questi cambiamenti sono per definire i nostri sogni e dargli radici e ali: individualmente e in gruppo. E quando arriva l’inverno o i momenti oscuri nella nostra vita, impariamo da loro, impariamo a convivere con loro perché saranno quelli che ci rafforzano per resistere all’afa o alla bellezza dell’estate. Senza dimenticare che tutto ciò che ci circonda ha la forma e la forza che noi gli vogliamo dare.
Ogni inverno sarà, perciò, quello che noi vogliamo fare di lui, metaforicamente. Per me è la mia stagione favorita, amo la neve.
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Ilka Oliva Corado. @ilkaolivacorado contacto@cronicasdeunainquilina.wordpress.com