Il turno di notte

Tradotto da Monica Manicardi

Divide l’avocado a metà e tira fuori dal sacchetto le tortillas che ha confezionato in un foglio di alluminio, toglie il coperchio dal contenitore di plastica che ha lasciato nel cestino del pranzo, lì ha fagioli fritti e tre uova sode. Avvolto in un tovagliolo un pugno di sale e un peperoncino jalapeño. Nel thermos ha il caffè. È l’ora del pranzo.

Calandria Guadalupe, ha iniziato a lavorare nell’elaborazione dei  comales di argilla  all’età di cinque anni, nella comunità di Santa María Magdalena Tiltepequec, Santos Reyes Nopala, Oaxaca, Messico, quinta di dodici fratelli, di una famiglia di artigiani che si dedicano alla produzione di vasi di terracotta e comales di argilla che riescono a vendere al mercato.

Tra l’artigianato e la raccolta del mais, la sua famiglia rimase a galla, fino a quando cominciarono ad arrivare gli utensili da cucina in teflon, portati dai venditori ambulanti che attraversavano con i loro cestini il fiume Usumacinta. Dicevano  di averli realizzati in America Centrale con i rottami che trasportavano dal Messico al Costa Rica in container.

A poco a poco gli utensili in teflon realizzati in Nicaragua stavano inondando l’America centrale e presto erano già in Messico, nella comunità in cui vive la famiglia di Calandria Guadalupe è stato anche un impatto, si scaldavano facilmente, non si rompevano e il cibo non si attaccava. È così che a poco a poco i negozi si riempirono di utensili da cucina in teflon e gli artigiani che lavoravano l’argilla dovettero andare in altri villaggi sempre più lontani per cercare di vendere il loro prodotto.

Finché un giorno non è stato trovato in nessun negozio gli utensili in teflon. L’emigrazione forzata entrò a far parte della nuova realtà dei villaggi dedicati all’artigianato. La sua famiglia cercò di andare avanti vendendo cibo e atoles, ma il guadagno era troppo poco per sfamare dodici figli, prima emigrò suo padre poi i suoi due fratelli maggiori e la famiglia che era sempre così unita fu separata per sempre quando anche due sorelle  morirono soffocate nel container di una roulotte che trasportava persone senza documenti.

I suoi due fratelli si sposarono e i soldi delle rimesse li davano  al  padre che li inviava. Per questo Calandria Guadalupe è emigrata, per sostenere suo padre e i suoi fratelli più piccoli a finire la scuola. È arrivata da solo due giorni, ha tredici anni, dovrebbe andare a scuola, ma è venuta per il lavoro non per studiare, ha detto ai cugini che sono andati a riceverla con suo padre quando il coyote l’ha consegnata. Dormire in un appartamento con altre otto persone non è strano, nella sua casa di Oaxaca dormivano sei fratelli in ogni letto, questi erano fatte di tavole  e invece del materasso avevano stuoie.

Le  hanno trovato un lavoro di notte, anche se un amico dei suoi cugini gli ha detto che entro tre giorni avrà un altro giorno dove  laverà  i piatti, in modo che ne abbia due in modo da poter inviare presto le rimesse.

È l’una di notte, l’ora di mangiare, è in piedi a imballare scatole di cereali dalle sette di sera, il suo turno finisce alle sette del mattino. Calandria Guadalupe si lava le mani e porta il suo cestino del pranzo accanto al suo thermos nella sala da pranzo, è stupita di osservare decine di ragazze probabilmente della sua stessa età e altre con meno anni. Divide  l’avocado, un avocado che non ha né le dimensioni né il sapore degli avocado che mangiava dall’albero di casa sua, questo è insapore, come tortillas, i fagioli ed il caffè.

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Ilka Oliva-Corado @ilkaolivacorado

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