Le foglie di ruta

Tradotto da Monica Manicardi

Jesusa cammina lungo il bordo del marciapiede godendosi il giallo dei girasoli che adornano le staccionate delle case. Ad agosto, quando il caldo dell’estate americana fa esplodere i petali selvatici e inizia a formarsi l’erba piantata nelle aiuole, il profumo dei fiori di lavanda rende gli ultimi giorni d’estate indimenticabili nella loro bellezza. È allora che i girasoli sbocciano e Jesusa dimentica momentaneamente tutte le sue pene.

Mangia l’anguria, anche i mirtilli e le pesche. Prepara un’insalata di avocado con basilico e limone, prepara una limonata con la menta e fa asciugare le foglie di ruta per il suo tè che berrà in inverno. E’ riuscita a far attaccare un cespuglio dopo molti tentativi ed è sopravvissuto già a tre inverni e rinasce galantemente in primavera quando i ciliegi fioriscono e gli ultimi tulipani salutano la neve e il ghiaccio nero della stagione.

Solo in agosto, quando le ultime cicale cantano e le foglie d’acero cominciano a cambiare colore, Jesusa dimentica momentaneamente di essere priva di documenti e di non aver potuto seppellire le sue tre figlie morte di siccità tentando di attraversare il deserto di Sonora per raggiungerla, nel paese che le hanno detto che tutti i sogni diventano realtà.

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Ilka Oliva-Corado @ilkaolivacorado

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