Tradotto da Monica Manicardi
Il sud di Chicago è la decadenza, è una grande metropoli che sta per crollare, strade degradate, edifici sul punto di crollare sopra la testa degli inquilini che, in gran parte sono discendenti africani e latinoamericani indocumentati: messicani e centroamericani. Sottopagati, sfruttati nel loro lavoro, danneggiati e perseguitati costantemente dalla polizia.
Il sud di Chicago sembrerebbe un film di fantascienza, del genere futuristico che mostrano la fine dell’umanità. Molto simile alla decadenza dei popoli confinanti tra il Messico e gli Stati Uniti; dove l’unica cosa che c’è sono pallottole, bar, sequestri e case o magazzini dove nascondono i migranti che si dirigono verso gli Stati Uniti. Quei polveroni che a mezzogiorno seccano le labbra in estate e, in inverno sono tempeste che congelano il sangue.
Il sud di Chicago è la vergogna di un sistema che dimentica e utilizza i più colpiti della classe sociale, del sud di Chicago non ci sono cartoline, documentari, film o reportage di personaggi di successo, come nel nord. Non ci sono figli illustri con statue. Non ci sono giardini che hanno l’erba dei campi da calcio e pari come tavoli da biliardo. Non ci sono cartelli con il telecomando, non ci sono case con telecamere di sicurezza né strade pulite e pavimentate. Nemmeno parchi immensi dove possono divertirsi i bambini dimenticati e danneggiati dal sistema e dalla società.
Del sud di Chicago, ci sono solo segnalazioni di zone rosse, aggressioni, di morti fra le bande, di adolescenti violenti, di madri nubili, di bambine che vanno a letto con chiunque in cambio di pastiglie, di una sigaretta di marijuana, di un po’ di cocaina o una sniffata di colla. Bambine che sono viste come criminali perché non vanno a scuola; perché devono badare ai loro fratelli, perché sono incinte, perchè si dedicano al lavoro sessuale o perché devono lavorare dalla mattina alla sera per mandare avanti i propri figli, fratelli o nonni.
Bambini che sono catalogati assassini perché camminano per le strade senza alcuna meta, persi nella storia del tempo. Perché hanno ricevuti tanti colpi dal sistema che non si conoscono, non sanno chi sono e sono utilizzati dalle bande criminali che dirigono dal nord dove ci sono “le piccole case della zona alta”. Bambini che hanno perso tutta la speranza di un futuro differente e dopo essere stati utilizzati gli stessi che li sfruttano li mettono in carcere, affinché non disturbino e così continuano a reclutare bambini che crescono. Estirpano l’infanzia e l’adolescenza affinché siano adulti menomati, feriti, paranoici, vulnerabili e dipendenti.
Il sud di Chicago è la realtà del sud di ogni stato statunitense. La stessa cartolina, lo stesso modo operativo: il sistema del capitale lede costantemente i più deboli e li stermina. Gli strappa l’anima, li converte in assassini, in drogati e li denigra dai nonni ai nipoti.
Il sud di Chicago, in periodo di elezioni si trasforma in una patata bollente, gli argomenti costanti nei dibattiti: polizia, polizia e repressione, dicono i fascisti, non importa di quale partito siano, sono fascisti!
Non si parla di scuole, di parchi, di programmi ricreativi, di riabilitazione, di ospedali, di diritti dei lavoratori, non si parla di dare dignità.
Tuttavia il sud di Chicago come tutti i sud del mondo, ha questa resistenza incrollabile e questa dignità di sobborgo che fa sì che il cuore per quanto ferito alla morte, continui a battere, pompando sangue ad ogni arteria dove ci sono bambini che sognano un futuro diverso. Anche se gli edifici dove dormono li stanno per distruggere, le strade dove camminano sono piene di aghi di siringhe e preservativo usati. Anche se le scuole non dispongono di infrastrutture e di materiale che gli offrirà migliori strumenti. Sebbene i parchi siano campi di fango. Anche se lo stigma li accompagna sempre. Anche se li insegue la polizia per il loro colore della pelle o per la loro origine, perché non parlano inglese o perché non hanno documenti che comprovino che sono residenti del paese.
Il sud di Chicago è l’altra verità di quello che è il capitalismo realmente, ed ogni stato del paese ha un sud, sono cento sud che gridano al mondo la realtà del capitalismo. Ed anche la realtà, della resistenza degli emarginati ma non sconfitti.
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Ilka Oliva Corado. @ilkaolivacorado contacto@cronicasdeunainquilina.wordpress.com