Perché siamo mandriani

Tradotto da Monica Manicardi In Guatemala, ad esempio, un  piccolo pascolo dove pullulano  razzisti, classisti, xenofobi, omofobi e corrotti, essere nero è peggio che essere indigeno, il nero è all’ultimo posto non solo nelle classi sociali, ma anche nei diritti umani. Nessuno vuole avere un amico nero, un datore di lavoro nero, un insegnante nero, una moglie nera, figli neri. E anche se sembra incredibile perché anche le popolazioni indigene sono state sfruttate ed escluse, nemmeno loro vogliono relazionarsi con i neri, sarebbe la fine! I neri  solo servono  per una cosa, muoiono per avere un amante nero, ma non avranno mai una moglie…

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La patria dell’indocumentato

Tradotto da Monica Manicardi Dopo la recinzione  la patria diventa un desiderio  ricorrente. I clandestini lo sanno più di chiunque altro. Diventa come una  vecchia lettera di carta strappata dopo essere  piegata più volte. È nel ricordo dei giorni di pioggia, del campo di grano in crescita, dei fiori freschi di chipilín e dell’aroma del caffè cotto in una pentola di terracotta. La nebbia della terra che è stata lasciata dall’altra parte del recinto attraversa i confini e si insinua tra le fessure delle finestre dei grattacieli dove  lavorano pulendo i bagni e i pavimenti le generazioni che sono dovute emigrare perché nella propria terra,  hanno…

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Progressisti dei social media

Tradotto da Monica Manicardi L’America Latina è infestata da grandi progressisti dei social media. Alcuni con la pelle più dura dicono che sono rivoluzionari. Come in altri tempi, dove la carta tollerava tutto, ora sono i social network. Sono il catalizzatore per eccellenza della nostra mediocrità umana. Dicono che oggigiorno tutti hanno i social, ma no, non chiunque,  solo quelli che possono avere accesso a un computer, a uno smartphone o a un tablet, che hanno la possibilità per pagare internet a casa, il popolo non ha nemmeno accesso a una tortilla salata.    I social network appartengono alla classe media e…

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Dare dignità alla periferia

Tradotto da Monica Manicardi Storicamente per la società classista e razzista, nella periferia si uniscono tutti i mali del mondo, quindi, chi viene dalla periferia automaticamente deve essere: ladro, violento, estorsore, stupratore, assassino e tutto ciò che  alla mente umana le viene in mente. Rimuovere questo segno è un compito enorme perché lo stigma è una specie di DNA. Perché essere di periferia diventa un impedimento per trovare un lavoro, per studiare, per stabilire relazioni interpersonali al di fuori di esso. La gente vede una persona di periferia come un criminale a cui prestare attenzione. È escluso l’inserimento. Ecco perché essere…

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L’uomo assiro e le mie bacchette di bambù

Tradotto da Monica Manicardi Sto cercando bastoncini di bambù per legare i fusti dei girasoli che stanno crescendo e già cominciano a piegarsi, cammino tra gli scaffali pieni di fioriere di una varietà estive, colori di fiori di fuoco, gialli di varie sfumature e i verdi delle foglie che vanno dal verde bottiglia al verde avocado. Dalle sfumature della pitaya ai fucsia, agli arancioni brillanti. Gli anziani vengono assunti temporaneamente per prendersi cura dei fiori di stagione; si vedono che li innaffiano, che rimuovono le foglie secche e li mettono con cura sugli scaffali. I giovani sono nell’area della terra…

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L’immensità di Frida Kahlo, comprende tutto, illumina tutto

Tradotto da Monica Manicardi Questo testo appartiene alla serie  Las Insurrectas Considerata da molti critici d’arte come una pittrice naif, sottovalutata per la sua tecnica, Frida ha vinto col passare del tempo e la sua arte ha attraversato il mondo e lo fece così piccolo da stare nel palmo delle sue mani. Così illimitata è la donna che ha azzardato a resistere, a sfidare, a rivelarsi, a dire io non marcisco qui inerte, quella che disse questo dolore non mi toglierà l’espressione della mia anima e dipinse, dipinse, dipinse contro ogni pronostico. Quella che fece dell’arte naif la bellezza delle anime…

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L’energia dei medici cubani in Guatemala

Tradotto da Monica Manicardi In mezzo a un sistema marcio infestato dalla corruzione e dall’impunità che consuma le ultime fondamenta della società guatemalteca e si porta dietro di se migliaia di vittime, ansima una brigata medica che si carica sulle spalle i più deboli, perché arriva dove i medici nazionali non vanno. E sono i medici cubani disposti a esaltare il compito di salvare vite umane. Un branco di criminali che mettono i loro burattini nel governo di turno ha  incaricato di demolire le risorse e quindi di far soccombere il popolo mettendolo in ginocchio davanti alla  violenza istituzionale, alla fame e…

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