Sua maestà il Re Pelé

Tradotto da Monica Manicardi

Le giovani generazioni credono che il calcio sia stato inventato dieci anni fa e che i campi sintetici o in erba ci siano sempre stati, così come la vicinanza e la sovraesposizione dei social network che ingigantiscono tutto a favore delle grandi società di sfruttamento informatico e delle mafie che circondano il calcio. Perciò, creano con investimenti milionari in pubblicità ogni dieci anni ai migliori giocatori che li serviranno a vendere magliette, telespettatori e biglietti per gli stadi. Imponendo così un idolo alle masse mondiali tanto manipolabili.

Al di là di tutto questo c’è Pelé, che ha giocato con una palla di pietra, su campi fangosi e senza regolamenti calcistici rinnovati anno dopo anno che facilitano sempre più lo sviluppo del gioco al solo scopo di essere uno spettacolo oltre lo sport e lo spirito del gioco pulito.

Molti potrebbero essere contrari, ciò non significa che Pelé sia il  più grande calciatore di tutti i tempi e di sempre. Perchè? Semplice, l’ha creato lui, ovunque si guardi, Pelé l’ha creato lui. Tutto quello che è venuto dopo nel calcio è la sua  scuola, sono i pulcini che imparano dal maestro. Pelé è colui che ha aperto la strada, non solo ai calciatori brasiliani, ma anche ai latinoamericani, è colui che ha messo il Brasile e l’America Latina sulla mappa del calcio mondiale. Grazie a Pelé, l’America Latina esiste nel calcio mondiale. 

La sua bellezza estetica, il suo talento e la sua disciplina. Il suo bel gioco, la magia di attutire la palla accarezzandola con le cosce, senza colpirla, perché l’ho ha appreso da bambino allenandosi con i manghi maturi che gli dava suo padre, senza scarpe, per l’estrema povertà in cui vivevano. A causa di questa lotta contro l’impossibile dovuta alle circostanze del suo ambiente, la sua tecnica è impeccabile perché fatta di sacrificio e fame, la necessità e l’amore per la passione più grande di tutte, il calcio, un desiderio che  non poteva togliere l’esclusione sociale. 

Il grande creatore, il mago, l’identità nera  del Brasile, la dignità della favela. A noi che  siamo nati quarant’anni fa  è mancato vedere in azione il più grande giocatore della storia e ci hanno imposto chiunque calci  un pallone come un idolo. Siamo  manipolabili persino come spettatori. Ma la storia non mente, nei video che si conservano di Pelé in azione si vede l’immensità della sua grandezza, del suo talento, della sua bellezza, della sua natura di atleta. Del suo rispetto per l’avversario, per il campo, per il calcio. La sua difesa del gioco pulito. 

Pelé è senza tempo, i falsi idoli passeranno e quando le mafie che circondano il calcio li abbandoneranno saranno dimenticati, ma Pelé continuerà a regnare perché con lui è stato inventato il vero calcio. Lui è il calcio, il  bel gioco di cui il Brasile è così orgoglioso e che tutti lo invidiano.  E soprattutto, è un giocatore esemplare per ragazzi e ragazze che vogliono praticare questo sport. Questa è la sua vera eredità, essere un seme per le generazioni che verranno lungo la strada e che non può che essere lui. 

Pelé è di quella generazione che non rivedremo mai più, perché con questa si è rotto lo stampo. La sua eredità resta come luce e sentiero che abbellisce la favela e le periferie del mondo intero. Lode a sua maestà il Re Pelé per aver nobilitato il sobborgo latinoamericano con la sua identità nera, tipico dell’eredità di Mama Africa.

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Ilka Oliva-Corado @ilkaolivacorado

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