Nell’ora della rugiada

Tradotto da Monica Manicardi

Alle tre del mattino hanno già pronte le reti di carote, barbabietole e ravanelli. Le hanno lavate la sera prima, le trovano a basso costo quando i contadini li strappano dai loro campi e li consegnano direttamente a loro. Quest’anno si sono anche avventurati a comprare noci di cocco per il punch di fine anno, anche se per ottenerle hanno viaggiato da Chimaltenango a Escuintla o a volte fino Suchitepéquez, il che rappresenta una spesa extra e molto forte per la loro fragile economia.

I genitori di Ixmucané sono riusciti a comprare una bancarella all’interno del mercato dopo vent’anni di vendita in periferia mettendo le loro verdure su un nylon, sopportando freddo, pioggia e sole. Questo grazie ad  una sorella di sua madre che vive negli Stati Uniti senza documenti e che lavora in un macello di polli gli  ha mandato i soldi, altrimenti non avrebbero mai potuto farlo, è una cosa che sua madre ricorda sempre a suo padre quando prende la sbornia per tre giorni e rimane sdraiato per strada.

Niente di meglio che  una bancarella all’interno del mercato, non si soffre il freddo e non c’è acquazzone o gelo che gli costringa a controllare  la vendita,  hanno persino costruito una piattaforma come gradini in modo che le verdure risaltino. E per non parlare dello sgabello di plastica che spostano da un posto all’altro. Tre metri di fronte per due di profondità è uno spazio grande rispetto a quanto erano affollati fuori in  ginocchio tutto il giorno.

Ixchel, la madre di Ixmucané vuole comprare la vernice più avanti se vanno bene gli affari di fine anno e mettere il colore sulla pensilina dello scaffale, per il momento mette il nylon azzurro e fa un lettino per le verdure con la foglia di banana. Per questi giorni di fine anno compra un sacchetto di pino e lo annaffia lì sul posto, in modo che abbia un profumo fresco e festoso.

Nell’ora della rugiada, Ixmucané di cinque anni è vestita e ben pettinata, scaldando il caffè, i fagioli e le tortillas su un tavolo grande di argilla affinché tutti possano fare colazione, i suoi genitori e i suoi fratelli maggiori. Questo è il suo lavoro ogni mattina dal lunedì alla domenica. Comincia a servire i fagioli, le tortillas, il caffè e qualche uovo sodo, sarà il cibo per l’intera giornata, faranno uno spuntino fino a quando non torneranno a casa la sera, sperando che la vendita sarà grande così da  raccogliere in questi giorni anche  i soldi per l’iscrizione della scuola, le divise e il materiale scolastico.

Nel corso della giornata, Ixmucané avrà il compito di legare mazzi di carote, barbabietole e ravanelli, anche di tagliare le foglie con un coltello per le persone che chiedono solo le verdure. Foglie che regala a fine giornata a Nicté, un’altra sua coetanea amica del mercato, che va di bancarella in bancarella chiedendo rifiuti per nutrire i maialini che ha in casa e che la sua famiglia vende alla fine dell’anno. Le regala sempre un piccolo  tamales di chipilìn, uno di quelli che sua zia vende alla periferia del mercato, e quando vede cosa ha realizzato la famiglia di  Ixmucané  non perde la speranza che un giorno non così lontano sarà anche lei la  proprietaria di una bancarella al mercato per poter avere la sua sala da pranzo.

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Ilka Oliva-Corado @ilkaolivacorado

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