Tradotto da Monica Manicardi
Questo testo appartiene alla serie Las Insurrectas
La grande scrittrice Clarice Lispector compie 100 anni.
La straordinaria scrittrice che non ci ha mai creduto, troppa purezza nella sua anima per camminare nella vita con l’ego dell’intellettualità. I suoi testi si facevano strada nella vita quotidiana, con la macchina da scrivere sopra le sue gambe mentre si prendeva cura dei suoi figli piccoli. La stessa stanza di cui parla Virginia Woolf era per Clarice quella macchina da scrivere che l’ha salvata dal vuoto.
Clarice, che è cresciuta nella povertà, emigrante sin da bambina che parlava il portoghese con uno strano accento, ha poi potuto girare il mondo e assaporare la dolcezza del benessere economico senza mai dimenticare la sua origine. Ma chi tra coloro che hanno conosciuto luoghi spettacolari, frequentato persone di alto rango nel mondo della politica, della cultura e delle arti, ha scritto un testo a una gallina? Sì, il sentimento di una gallina che fuggiva per non diventare la zuppa del giorno per una famiglia.
Era in grado di scrivere di grattacieli, vini costosi, panorami incredibili, case con tappeti persiani, ha scritto un testo a un cieco come tanti di quelli che vivono per strada e sono invisibili alla società. E che dire della storia della ragazza perfida che prendeva in giro la povertà della sua amica quando fingeva di prestarle un libro da leggere, solo per vederla arrivare tutti i pomeriggi a casa sua e bussare alla porta con entusiasmo per poi strapparglielo dicendo che non era quel giorno.
Clarice scriveva per respirare, quello erano le parole per lei, il suo ossigeno. Di conseguenza la profondità e la consistenza delle stesse. Lontana dal trambusto della fanfara che segue molti scrittori gloriosi, Clarice da sola ha creato un volume impressionante di testi, tutti importanti, essenziali, con le emozioni a fior di pelle.
Una sola riga qualsiasi dei suoi testi lascia il lettore in un’estasi, svanito, immerso nelle profondità della propria anima. Questa è la capacità di Clarice, un talento straordinario per penetrare tutti gli strati della pelle e andare direttamente allo spirito umano. I suoi testi non scadono, sono senza tempo perché mostrano la realtà della vita in innumerevoli circostanze. Il suo equilibrio nel raccontare il quotidiano di una donna, che sarà esclusa dal mondo degli uomini creati per loro stessi. Ciò non è cambiato o è cambiato ma molto poco negli ultimi 100 anni.
Lontano dalle norme linguistiche, Clarice crea il suo proprio linguaggio, la propria forma di espressione e di scrittura. Rompe con tutto ciò che è imposto, naviga senza radar tuffandosi nelle acque del mare senza salvagente, cammina senza misurare i passi, senza paura, va avanti e si spinge nella profondità dell’anima. Da Clarice Lispector non si torna mai più.
Anche pittrice, la bambina di origine russa, Chaya Pinkhasovna Lispector, ha dato al Brasile la massima gloria nella letteratura. E a noi, i suoi lettori in ogni parte del mondo, la gioia di poter godere del suo talento soprannaturale e della sua essenza selvaggia.
Per aver osato ad essere se stessa, infrangere le norme imposte dalla letteratura, per aver creato un proprio linguaggio e il proprio mondo, per essere stata fedele alla propria essenza umana, Clarice Lispector è una ribelle. Ed io la celebro nel centenario della sua nascita e sempre. Perché con il suo impulso ha aperto le porte a generazioni di scrittori non solo in America Latina.
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Ilka Oliva Corado @ilkaolivacorado