Il silenzio di fronte all'obbrobrio

Tradotto da Monica Manicardi

Ci sono molti modi per essere vigliacchi, canaglie e spregevoli, ci sono molti modi per uccidere senza premere il grilletto, di violentare senza toccare un corpo e tutti si compattano nel silenzio; tacere di fronte all’obbrobrio violentiamo e uccidiamo doppiamente: ci trasformiamo in complici dei delitti più crudeli. Quando noi ci rifugiamo nelle ideologie e nelle religioni come pretesto per nascondere la nostra mediocrità e miseria di ingrati disumani, astuti e arroganti. O peggio ancora quando decidiamo che non abbiamo nessuna ideologia e nessuna posizione politica, quindi non ci coinvolgiamo credendo che questo ci salvi dai problemi e ci permetta di stare in pace con tutti: perché l’importante è non disturbare nessuno.

Ci sono molti modi di evadere la realtà e pretendere che non succeda niente: girando lo sguardo da un’altra parte, vivere nel nostro mondo, vedere e fingere che questo non è reale o solo perché non succede difronte a casa nostra, dentro alle nostre quattro pareti domestiche,  o perché non tocca alla nostra famiglia direttamente, non ci può riguardare. Prendendo la posizione di colui che segnala con il dito accusatore credendoci superiori e puliti,  puliti per restare al margine: che riguardi  altri a quelli che si cacciano in guai grossi per stupidità, in questo mondo tutto è stato detto e fatto e non c’è niente da cambiare solamente seguire gli schemi e ancora di più quando questi sono vantaggiosi per noi che siamo soliti ottenere i nostri obiettivi passando sopra gli altri;  oppure vigliaccamente non lottiamo per questi perché sappiamo che per lottare ci vuole fegato e ancora di più quando le lotte sono collettive e cercano di distruggere imperi e norme, eliminare ingiustizie e impunità; ci limitiamo  a segnalare perché è meglio stare al lato dell’ingrato di colui che ci mette la faccia. Noi che abbiamo avuto la fortuna di non soffrire, di non lottare come loro, perché siamo nati con privilegi.

Quando sappiamo che il beneficio principale lo avranno altri non noi direttamente, questi altri: i più colpiti del sistema e quelli dei bassifondi nella scala della classe sociale, allora ci separiamo perché la torta intera non sarà per noi. E quando l’odio ci invade o meglio lo esaliamo e arriva la paura del solo pensiero che quelli dei bassifondi abbiamo accesso ai nostri diritti e ancora peggio alle nostre comodità. Ci irrita solo pensare che questa gente possa mangiare tre volte al giorno, che questi bambini possano avere un tetto, abiti e scarpe come i nostri bambini o peggio ancora che possano andare a scuola e giocare con loro, e alla fine che siano amici.

Cosa faremmo senza domestiche e senza giardinieri?  Senza i braccianti che raccolgono la canna, le verdure, il caffè? Senza i caricatori dei pacchi nei mercati? Cosa faremo senza colui che ci lucida le scarpe? Senza casa di appuntamenti e bar?  Cosa faremo senza colei che pulisce la cacca del cane o quella dei bambini? E’ questa la paura, che un giorno le cose si sistemino. Aggiungiamo il nostro razzismo perché come mente colonizzata  ci crediamo anglo, ariani essendo  meticci e quando la realtà ci colpisce solo quando ci vediamo allo specchio, ce la prendiamo con quelli che fisicamente si vedono come noi e che crediamo inferiori, perché qualsiasi cosa facciamo  e pensiamo come pensiamo la radice ancestrale sarà sempre come un’orma millenaria della nostra origine anche se la rinneghiamo.

E’ vile molto vile essere uscito  da una classe sociale con le proprie forze, fortuna della vita, o in qualunque modo sia stato e, da un’altra posizione di beneficio economico comportarsi come il padrone prepotente contro  quelli che un giorno sono stati i nostri vicini, amici, conoscenti o semplicemente un confratello della stessa classe sociale. Ciò crea il silenzio, ci trasforma in complici dell’abuso. E’ molto vile anche indipendentemente dalla classe sociale, ideologia o religione fingere che  non succede nulla, occultare ed essere parte della manipolazione mediatica, contribuire alla  disinformazione, applaudire l’abuso di potere o non dire niente. Non dire niente è come accettare, dare per scontato, è una pacca sulla schiena del prepotente. Che bello che noi abbiamo avuto la fortuna di non soffrire di fame né di freddo, che abbiamo beneficiato della scuola superiore e abbiamo un tetto, il cibo caldo, le basi per sopravvivere, perché neghiamo agli altri di avere lo stesso?

I diritti e le obbligazioni sono alla pari, vanno di pari passo, abbiamo il diritto a restare in silenzio e l’obbligo di non farlo, abbiamo l’obbligo di denunciare, di alzare la voce, almeno  non rimanere nella mediocrità di vedere l’abuso verso gli altri e vigliaccamente nasconderci nel nostro mondo, perché è meglio che non puzzi. E nonostante la nostra vigliaccheria, della nostra ingratitudine, i popoli  continueranno  il loro cammino in una lotta irrefrenabile, per quanto li tradiamo, per quanto rimaniamo in silenzio, per quanto ci allontaniamo  dalla nostra radice ancestrale, per quanto fingiamo di non vedere, perché i popoli hanno qualcosa che noi non abbiamo   e con si può comprare con i soldi, con contatti, mazzette, violenza né silenzio: coraggio, i popoli hanno coraggio.

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Ilka Oliva Corado @ilkaolivacorado

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