Tradotto da Monica Manicardi
Non importa se la prima espressione emerge con paura, rabbia, ira, impotenza o frustrazione e che è per questo che risuona e getta fiamme o brucia come la brace; se si graffia, se si urla, se si piange lamentosamente o si lanciano pugni nel vuoto; realmente questo non è importante, l’importante è che ha incominciato a guarire la ferita.
Non importa se i passi siano traballanti, se sono tre avanti e uno indietro, se si va di lato o a zigzag, quello che realmente importa è rimanere in piedi e provare a camminare anche se in principio si gattona o ci si trascina; a un certo punto arriverà la forza e l’equilibrio ed i passi saranno corretti.
Non importa se la critica arriva come un’onda, come lava, come una sberla o come un acquazzone, la critica non è importante, l’esterno non è importante, quello che veramente importa è la metamorfosi che si sta producendo dentro, quando comincia a guarire la ferita.
Non importa se la mano trema e il polso disegna con i fili del pennello, un cammino curvo invece di un sentiero dritto, arriverà il momento nel quale la calma farà di questo disegno un giardino pieno di girasoli. E se invece di girasoli ci sono pietre, rose o residui di una baita dove si arriva da un cammino curvo, non importa, la priorità non è mai stato il perno di una finestra, ma la finestra stessa che permette di vedere tutto ciò che quattro pareti non lo fanno.
L’espressione è questo, è la finestra dell’anima e aprendola si cura la ferita.
Non importa se un testo di un racconto, un articolo, un saggio o un poema non hanno un contesto, la profondità e la grammatica adeguata, arriverà il momento in cui saranno adeguati per altri, o forse non succederà mai, ma questo non è l’importante, l’importante è che siano il cammino per diminuire la necessità di chi lo scrive in questo momento perché è fondamentale curare la ferita. L’importante è curare la ferita non quello che pensano gli altri. Tutto il resto è secondario.
Perché solo curando la ferita l’espressione si trasforma in allegria, in calma e in felicità. Arriverà il momento in cui non farà più male, sarà allora…, ma intanto anche se fa male la resistenza è nell’avere il coraggio di curare la ferita.
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Ilka Oliva Corado @ilkaolivacorado