Nei giorni di pioggia, come oggi…

Tradotto da Monica Manicardi

Sì, sì, sì, con regolarità brucio incenso nella mia casa, come in questo giorno di pioggia molto fine. L’aroma della foglia di Sage mi fa ricordare l’odore delle stufe  accese in provincia del  Guatemala. Qui non ci sono stufe, in questa enorme città industriale ci sono solo fabbriche che si allineano nel Barrio de las Empacadoras, anche se l’altra volta ho visto un forno in una fattoria fuori dalla città e ho sentito che perdeva aria e non potevo respirare. 

Una forno! ho urlato e sono corsa dal piccolo recinto dove c’erano le capre e ho incrociato un orto e sono arrivata alla cambusa che nel centro aveva un forno artigianale. Un forno! Urlai di nuovo emozionata e il mio urlo lo hanno sentito le capre, i pomodori, le lattughe e gli alberi di mele e pera che cominciavano a riempirsi di frutta tenera. Mi sono seduta a piangere sotto l’ombra di un puntello mentre immaginavo fumante, la tortilla di formaggio, pane di marquesote e pane della mia Comapa nativa.

Sì,sì,sì, nei giorni di pioggia come oggi, Guatemala mi esce dai pori, inonda la mia casa, la sua nebbia fine entra dalle fessure della finestra e si dondola nelle tele del ragno che non pulisco mai, ed io perdo la nozione del tempo e confondo gli aceri con la quercia e nei tulipani vedo fiori di maggio, nei ciliegi dei boccioli, fiori di chactè e l’erba che comincia e rinverdire sembra un terreno enorme arato nel mio Grande Amore. Tutto si stravolge nei giorni di pioggia, come oggi.

Mi servo il caffè bollente in un contenitore d’argilla del villaggio Las Crucitas, il paesaggio del fiume Paz si stampa nelle pareti sopra i mie dipinti e il suono dell’acqua che cade da La Joya nelle pietre del torrente armonizzano  questo giorno di aprile.  I giorni di pioggia hanno uno strano fascino, un potere sublime che fa sì che Guatemala esca dai miei pori e si semini nel giardino: le querce, i pini, i cipressi, gli stagni, le sementi de La Maria del pomodoro; le pasque, i ceppi,le zucche  i frutti nìsperos, il sentiero e la strada e stampa come un enorme dipinto impressionista le memorie più felici della mia infanzia a Ciudad Peronia.

Sì,sì,sì, sono andata via con il corpo ma non con l’anima, i miei piedi camminano un’altra terra, ma il mio spirito nei giorni di pioggia, come oggi, ritorna a sguazzare nei fanghi delle strade sterrate che hanno nutrito la mia infanzia. L’osservo sorseggiando il mio caffè bollito e assaporando immaginando nel palato il pane di Adelona. Tempo di fiori dell’albero izote e degli ultimi frutti di jocotes rossi di Jalpatagua, tempo di  seminare la milpa affinché il seme germoglia con i primi acquazzoni di maggio. Tempo degli ultimi mango maturi o di pece e anche tempo, qui, in questa enorme città industriale, della primavera  che nei sui giorni di pioggia fa sì che il Guatemala esca dai miei pori e l’erba verde del giardino si trasformi in un libro di storie dei quali non smetto di scrivere.

Sì,sì,sì, continuo a bruciare l’incenso nella mia casa, perché l’odore di Sage mi fa ricordare i giorni nei quali tagliavo la pianta chipilìn e la pianta escobillo nei tempi di aratura, nel mio Grande Amore, nei giorni di pioggia, come oggi.

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Ilka Oliva Corado @ilkaolivacorado

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