Al di là del folklore

Tradotto da Monica Manicardi

Se solo avessimo un po’ di cervello e con questo  la capacità basica di ragionamento, capiremmo che i Popoli d’Origine sono tutto e che noi siamo in  debito con  loro, anche se  abbiamo raggiunto l’apice dell’educazione superiore o della falsificazione: quindi siamo esseri di plastica e di apparenze. Priorità per  molti di noi  che crediamo di essere di un altro territorio che è molto lontano dalla radice del ceppo da dove veniamo.

Se solo l’infinità d letture di libri  di autori famosi che solitamente si vantano nei social network servissero a qualcosa. Se solo l’infinità di mete turistiche  e viaggi in prima classe che di solito ci vantiamo nella rete ci servissero a qualcosa. Se i master, le lauree ci servissero un po’  avremmo regolarmente contatti con persone che anche loro come noi si credono di un altro territorio.

Se servisse a qualcosa il nostro buongusto  per il buon cibo e le bibite costose che solitamente ci vantiamo nella rete sociale, il nostro tempismo per urlare a quattro venti che la nostra economia è stabile che noi siamo in grado di fornire  il lusso che altri non hanno. Lusso in un mondo plastico e di apparenza molto lontano da quello dei Popoli Originari.

Se tutto questo servisse a qualcosa sapremmo che ci siamo persi, che ci hanno gettato  nell’abisso e che continueremo a girarci intorno senza fermarci in un vuoto senza fine dove le masse amorfe che abbiamo formato diventano imbecilli. Che siamo le matasse, le marionette, i fili che altri muovono per la propria convenienza, creandoci una illusione fantasmagorica di quello che è il progresso.

E crediamo che coloro che non hanno l’automobile, che non hanno lozioni costose, che non hanno carriere universitarie, che non mangiano in ristoranti cinque stelle, che non viaggiano in prima classe, che non vanno in vacanza in giro per il mondo, che non sorridono per far bella figura, che non fingono per adattarsi, che non si danno le gomitate per beneficiare, che non scavalcano gli altri, che non fanno lo sgambetto per vincere, che non si vantano per un piatto pieno e che ignorano il mondo della rete sociale, quello delle pretese e quello che diranno: sono  gli ignoranti e manipolabili.

Crediamo che le etichette siano quelle che ci formano, allora passiamo la vita come: laureati, dottori, politologi, che non so cosa e che non so quando e che pinco pallino….E siamo il culmine dell’ignoranza, perché se le etichette servissero a qualcosa sapremmo di essere spaventati, che non siamo mai stati, che siamo il prodotto di un sistema di classe che ha maneggiato per il proprio interesse. Sapremmo che questi popoli che noi vediamo solamente come folclore sono tutto. Sapremmo che nessuna università ci insegnerà tanto come la conoscenza di queste mani millenarie, di queste labbra che condividono da generazioni in generazioni elisir, leggende, sistemi sociopolitici, conoscimenti ancestrali che nessuna educazione superiore potrà mai eguagliare. Perché prima delle università, delle automobili, degli aerei, delle invenzioni di questo  mondo di apparenza e di compravendita, esistevano già i Popoli di Origine.

Se avessimo l’umiltà, la gratitudine, la comprensione ed il cuore aperto apprenderemmo molto di loro perché non c’era, non c’è e non ci sarà persona tanto capace, umile, intelligente, onesta e solidale come quelle del Popolo di Origine. E da questa parte, in questo paesaggio lontano, molto lontano dal ceppo, dove siamo noi i mediocri e sbruffoni, dove pullulano i diplomi, le etichette, le fotografie con filtri, le barbarie delle rete sociali, non avremo mai il livello di conoscenza, di solidarietà, nemmeno la conoscenza che hanno i Popoli di Origine.

Noi saremo insignificanti,  come particelle di polvere nell’immensità dell’atmosfera e del tempo e, loro resteranno. No,  non hanno bisogno di noi, loro sono autosufficienti, invece noi siamo solo marionette di plastica che con il calore si sciolgono, loro invece sono la continuità e la radice. Magari prima che sia tardi per noi, un giorno impareremo ad essere grati a vedere al di là del folclore che questo sistema razzista e classista ci ha imposto. Saremmo un’altra umanità.

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Ilka Oliva Corado @ilkaolivacorado

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