Sopravvissuta alla frontiera

Rassegna del libro Storia di una indocumentata, attraversamento nel deserto di Sonora-Arizona

Tradotto da Monica Manicardi

Ogni volta che scrivo rassegne per questo libro, cambio di umore perché  mi tocca vivere nuovamente la traversata che ho compiuto dal mio paese d’origine verso gli Stati Uniti, senza documenti, come uno di quei milioni di migranti in transito che attraversano la frontiera della morte.  Ho avuto la fortuna di sopravvivere a questo confine, perciò esiste questo libro.

Tuttavia sono dovuti trascorrere una decina d’anni, perché durante  quei dieci anni una depressione profonda, la depressione del dopo frontiera si è insediata in me con notti di ansietà e con risvegli di paranoia, con giorni di caos e paura, con molta paura. Ricordi tristi di un attraversamento che a molti gli è costato la vita. Dieci anni che hanno fatto tacere la mia voce. Dieci anni di introspezione e introversione in una donna che è sempre stata estroversa; la traversata mi ha cambiato per sempre.

Dieci anni affinché io potessi cercare di rimettermi in piedi: costruire, raccogliere e incollare nuovamente pezzi del mio essere che facevano delle mie emozioni un tormento e dei miei nervi un abisso impenetrabile. Rimettermi in piedi è stato un processo lento,  doloroso e pieno di fantasmi. Quello che ho più voluto è dimenticare per sempre tutto il ricordo di  questa esperienza, ma non ho potuto insabbiare  quello che vivono milioni di migranti, dovevo dare la mia testimonianza, la mia denuncia e il miglior modo è stato scrivendolo e gettandolo al vento.

Non è stato facile buttarmi di nuovo in questo attraversamento e cercare di affrontare i ricordi per raccontarli in modo più fedele possibile per creare una testimonianza di una sopravvissuta alla frontiera.  Quello è questo libro, una testimonianza che cerca di denunciare  e anche di onorare tutti questi esseri che in massa si lanciano di fronte  alla morte senza ulteriore arma che essere squamato e il loro desiderio di sopravvivenza.

Storia di una indocumentata, attraversamento nel deserto di Sonora-Arizona, racconta gli episodi del mio tragitto verso gli Stati Uniti dal momento che ho lasciato il Guatemala fino a quando sono arrivata nel paese d’approdo che adesso è il paese di residenza. Da quando mi ha accolto una persona messicana che faceva da tramite per gli emigrati che si è fatta passare per una mia zia di fronte agli agenti  di immigrazione nel Aeroporto Internazionale del Messico, fino a come siamo stati perseguitati dagli agenti  della Pattuglia di Frontiera nelle loro auto a doppia trazione e motociclette tra i cactus in una delle lunghe notti nel deserto. Di come ho imparato a parlare con l’accento messicano, imparando i nomi delle città, i presidenti e persino l’inno nazionale del Messico.

Da come siamo riusciti a salvarci ad essere assassinati nel deserto grazie alla fuga salendo la cima di una collina nel cuore della notte. Di come siamo arrivati in una casa-bottega in Arizona che era piena di migranti di diverse  parti del mondo che anche loro come me erano stati sequestrati per chiedere ai loro famigliari del denaro per il riscatto, solo per non essere messicani.

Racconta la paura, l’orrore e l’odore della morte di cui sono impregnati i deserti nella frontiera. Non è un libro facile da leggere ma non è stato facile scriverlo. Lì c’è anima, c’è dolore, c’è realtà e anche nonostante la desolazione speranza. 

Non ha niente di straordinario solo è la testimonianza di una sopravvissuta alla frontiera.

Scrivo questa rassegna a pochi giorni dal compimento del quindicesimo anno dall’attraversamento che ha cambiato la mia vita per sempre.

Il libro è disponibile in Ilkaeditorial.com e Amazon.com

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Ilka Oliva Corado @ilkaolivacorado

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