Il germe del fascismo

Tradotto da Monica Manicardi

Come un male ereditario nelle nuove generazioni si riproduce con facilità perché sono generazioni  indifese, lasciate alle intemperie, consumati che come residui sono lanciati alle urne, alle strade, alla vita.

Infestati da questo gene che si esaurisce in un battito di ciglia queste generazioni non conoscono le primavere, hanno vissuto in letargo in stanze scure da sempre, non conoscono il calore del sole né l’allegria  del gorgheggiare degli uccelli, sono incapaci di sentire qualcosa che sia al di fuori dal margine dal suo radar di fascista. Non sanno persino chi sono, perché mancano di ragionamento.

Queste generazioni sono come bagagli ammassati che caricano e scaricano sulla loro schiena i  lavoratori del mondo, come blocchi di cemento, come quintali di ferro che formano le colonne nelle quali si continua a cimentare il germe del fascismo. Non hanno vita, non profumano dell’odore dei fiori e non sentono il dolore dell’altro e tanto meno il proprio odore.

Strutturalmente il fascismo si trova nelle aule scolastiche, come muffa nelle pareti, nel linguaggio del docente,  nei libri universitari, nel messaggio subliminale degli annunci televisivi, nella fila d’attesa di un ospedale pubblico, nelle mani di un medico. Strutturalmente si trova nell’architetto che disegna ville in collina, nella sentenza di un giudice, nelle decisioni  della Corte Suprema di Giustizia, nelle sbarre dei carceri, nei corridoi di un centro di detenzione per minori.

Si trova nei diritti negati, negli alberi che si sradicano affinché non torni più la primavera e continuano il letargo in stanze oscure le generazioni  che cono alimentate dal germe del fascismo. Una malnutrizione che crea esseri umani insensibili, egoisti, pigri, maschilisti, razzisti, omofobi, arroganti e deformati che alla minima opportunità cercano di eliminare a tutti i costi chi rappresenta un pericolo per la loro prigionia e provi ad aprire le porte di queste stanze scure e mostri loro la freschezza del vento, il caldo del sole e la nebbiolina dell’alba.

A chi si azzarda a mostragli i colori dell’arcobaleno, degli alberi in autunno, il battito d’ali delle farfalle, la dolce brezza del mare. Il palpitare di un cuore felice, il sorriso dei bambini, a chi li invita a sentire gli abbracci guaritori dei nonni.

Meno male, che ci sono sempre  i disadattati, i pazzi, i sognatori. Per fortuna che ci sono sempre gli audaci, gli sciocchi, gli imprudenti che si tuffano a capofitto nel vuoto senza ricorso alcuno più di quello di un cuore libero. Sono loro che per millenni hanno nutrito la resistenza, ed è la resistenza quella che continua ad abbellire le primavere. 

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Ilka Oliva Corado @ilkaolivacorado

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