Parliamo del patriarcato

Tradotto da Fabrizio Verde, L’antidiplomatico 
Il patriarcato dovrebbe essere un argomento di conversazione, come quando parliamo di calcio, musica, letteratura, arte, cinema…
Si dovrebbe parlare del patriarcato e delle sue conseguenze, a scuola, all’università, durante gli incontri sociali, ovunque e in ogni momento.
Perché? Perché è il nostro nemico da sconfiggere, e non si tratta di una tematica che coinvolge solo le femministe, non devi essere femminista per parlare di patriarcato; il patriarcato ci danneggia tutti, può colpire qualcuno più di altri, perché un uomo non lo uccidono per il suo genere, le donne sì. 
Un uomo che ha delle amanti è un galletto, macho, un don Giovanni applaudito, una donna se ha degli amanti è una puttana messa all’indice, disprezzata dalla società.
Anche se, tanti galletti che la disprezzano vorrebbero andarci a letto, così come tante sante donne che la trovano riprovevole vorrebbero essere come lei. Ma questa è un’altra storia.
Il nemico da battere è il patriarcato, che ha enormi tentacoli come la corruzione e l’impunità; è così potente da essersi installato nella nostra società come qualcosa di naturale e culturale, non importa quale sia il paese.
Qualcosa di naturale come un abito, come la sequenza di movimenti mentre si cammina o il chiudere gli occhi per dormire, il patriarcato si apprende, nessuno nasce misogino, sessista od omofobo; è così potente che il più delle volte non ci rendiamo conto che stiamo seguendo schemi che ci limitano, stereotipano e violentano.
Del patriarcato non si deve parlare solo in occasione delle marce di Ni Una Menos, o durante i funerali delle vittime di femminicidio; comincia con il linguaggio, continua con i gesti e termina con le azioni che hanno conseguenze estreme nel femminicidio e nei transcidio. Il patriarcato è una struttura radicata nel sistema, la violenza di genere non la promuove il reggaeton, ma il sistema che impone alla bambina di vestirsi di rosa e al bambino di non indossare gonne. Il ragazzino deve andare in un bar a sverginarsi e la bambina deve attendere il matrimonio. Che cosa significa sverginarsi in un bar? Per caso non vuol dire accrescere il business milionario del traffico di bambine, adolescenti e donne a scopo di sfruttamento sessuale? Non vuol dire insegnare ai ragazzini ad utilizzare le donne come un oggetto? Disumanizzare questo ragazzino? Non costituisce violenza nei confronti di queste ragazzine, adolescenti e donne?
La violenza di genere e il patriarcato li promuove la scuola, quando non ammette i bambini con i capelli lunghi e le bambine con capelli colorati o vestite da uomo. Cosa vuol dire vestirsi da bambina o bambino? Su cosa è basata questa idea, chi siamo per decidere come deve vestirsi e comportarsi ogni genere? Se una persona sente di non appartenere ad alcun genere, come la trattiamo? Quella stessa scuola che se vede due ragazzini o ragazzine che si baciano, li spedisce in terapia per raddrizzarsi in quanto cattivo esempio.
Questo testo può essere condiviso in qualsiasi blog o social network citanto la fonte di informazione URL: https://cronicasdeunainquilina.wordpress.com/2017/07/12/parliamo-del-patriarcato/
Ilka Oliva Corado. @ilkaolivacorado contacto@cronicasdeunainquilina.wordpress.com

Un comentario

  1. Amiga Ilka: acabo de encontrar uma interessante reportagem , português-Brasil,  na » GAZETA RUSSA, sobre a atuação, VOLUNTÁRIA,  de jovens médicas russas, na Guatemala. atendendo a cerca de 20.000 pessoas da população indígena, de forma gratuita. Bastante cômico é fato de que  aqui no Brasil nunca encontramos, em nossas comunidades carentes, a nenhum médico gringo, a não ser as Brigadas » Mais Médicos » formadas, por mais de 13 mil médicos cubanos.Seu trabalho jornalístico continua de alto nível, pelo qual envio os meus sinceros parabéns e agradecimentos.Finalmente, através da tal » Amazon Books «, consegui sua «aterrorizante & sinistra» – HISTÓRIA DE UMA INDOCUMENTADA TRAVESSIA NO DESERTO DE SONORA-ARIZONA –  Quando eu penso que eu também já estive aí nas «ENTRANHAS DO MONSTRO» , sinceramente, fico, completamente arrepiado ( con los pelos en punta )Envio a você & à sua equipe sinceros abraços aqui de PETRÓPOLIS – Rio de Janeiro, sempre com muita  com admiraçãoE  d  i   da  Silva  Rabelo

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